lunedì 14 novembre 2016

New York Marathon 6 Novembre 2016


Sito New York Marathon
Edizione 2014 OrcoPolare

Dal racconto dell'OrcoSmigol

Correva il mese di gennaio 2016 quando investii 10$ a fondo perduto per partecipare all'estrazione per la prescrizione alla maratona di New York del 6 novembre 2016.
Il mese successivo la dea bendata è passata direttamente attraverso la mia carta di credito con una iscrizione immediata (347$). Da qui la mia carta di credito inizia la sua corsa con la prenotazione del volo e  delle prenotazioni ai soggiorni strategici per l'arrivo, la partenza e l'Expo.
Dopo una stagione primavera/estate passata a preparare ultra trail a settembre si inizia con gli allenamenti sul nero bitume. Centinaia di chilometri con altrettante ripetute, progressivi, progressioni ,
lunghi, lunghissimi.
Arriva finalmente la settimana della vacanza newyorkese con annessa
maratona e si parte con la consueta e maggiorata ansia da prestazione più le varie complicanze organizzative, di transfer, di lingua, di alimentazione sana e di "saving" nel girare la città peraltro già visitata enne volte.
Due gli allenamenti soft in quella settimana ma pieni di emozioni correndo tra la quinta strada e central park gremite oltre dalle solite orde di turisti anche dalle orde di runners.
Sono già in città da un paio di giorni quando apre l'Expo e penso di essere stato fra i primi cento ad entrare e ritirare il bib number.
Mi sono trattenuto con gli acquisti aspettando i saldi del dopo maratona ma qualcosa ho finito per comprare. Un Expo così non si vede tutti i giorni. Il pettorale è parlante e oltre all'ovvio numero 11378 sono indicate: il colore dell'area assegnata a seconda del tempo dichiarato, la wave,il corral, le generalità e l'orario di imbarco del ferry.
La domenica della partenza la sveglia é alle 4.00. L'hotel anticipa il breakfast alle 5.00 così da permettere a tutti di partire con la pancia piena. Nella hall i runners si accalcano per accaparrarsi banane e carboidrati.
Il vero tesoro sono state le marmellatine! Ma viaggiando senza agenzia e quindi in autonomia mi dirigo in cucina e corrompo l'addetta che mi procura pane dei toast e marmellatine. Circondato dal branco italiano fagocitatore, qualcuno si degna di rivolgermi la parola ma sono stufo di sentire tirarsela su personal best, passo, mezze e maratone fatte. Faccio terra bruciata intorno a me menzionando l'UTMB e dichiarando che corro le maratone per allenarmi sulle lunghe distanze...e basta non ne posso più di runners fighetti con scarpe lucide e firmati fino al collo ! Voglio la nuda terra, voglio il fango datemi una discesa, datemi una salita, datemi un trail!
Il branco di signorini ha il pullman che li aspetta mentre io,orco tapascione, da vero newyorkese m'incammino da solo per qualche centinaio di metri per prendere la metro. In 15 minuti sono a Battery Park con altri runners americani con cui facciamo amicizia.
Imbarco immediato e dopo mezz'ora di navigazione con tanto di alba con vista sulla Statua della Libertà arrivo a Staten Island.il trasferimento prosegue in pullman verso il village e da lì una lunga camminata alla mia area.
Incontro Mattew del Colorado con cui ho corso il giorno prima e ci facciamo un bagel tanto per avere carboidrati da bruciare e dialogando amabilmente in inglese mi chiede che passo vorrò tenere, Dopo la mia risposta mi chiede un autografo; ho capito il misunderstanding io parlavo di minuto/ km e lui di minuto/miglia e sarei stato finisher in 2h20' circa!
Scatta la tattica pipì negli ultimi dieci minuti calcolando il tempo di fare la fila ma ormai sono già nel mio corral.
A Mezz'ora dalla partenza ci si sposta in massa ai piedi del Verrazzano. Aspetto all'ultimo minuto per liberarmi della vecchia tuta.
L'Inno americano, le canzoni che pompano negli altoparlanti e lo sparo. Mi rendo conto che sto correndo a New York, c'è il solito vento che sferza e alla mia sinistra gli elicotteri ad altezza uomo che fanno le riprese (mi sembrava la scena del film "Apocalypse now").
Faccio fatica a prendere il passo, si zigzaga, si scatta, si rallenta e si passa da un ritmo 4'15" a più di 5 e spero che le gambe reggano. Prendo il passo e come sempre mi disconnetto da tutto il resto. La mia testa è come se si staccasse e se dall'alto comandasse tutto il resto...controllo il passo, la cadenza, il battito. Sento le urla della folla lontane in sottofondo e le gambe iniziano a girare. Devo trattenermi per paura di andare in crisi.
Passano i chilometri anzi le miglia che sono più confortanti nel senso che ti sembra di aver percorso una distanza maggiore. Superata la mezza sono ancora in Brooklyn con un buon tempo (1h38') e continuo ad essere in forma. Per non spezzare la magia non mi fermo ai ristori nemmeno per bere, ma so che DEVO bere. Lo spettacolo lungo tutto il percorso e le urla della gente non ti lasciano mai e perfino i poliziotti e i vigili del fuoco fanno il tifo e battono il cinque.
Prima di arrivare ai 30km si attraversa il ponte di Queensboro in salita e con l'immancabile vento il passo va calando, in ogni caso raggiungo  i 30km in 2h23' ...la magia continua ed arriva la parte più dura ma più bella percorrendo la quinta e Central Park.

Quando entro nel parco sono passate 3h08'. Mancano ancora 3 miglia (e qui avrei preferito fossero km!!!) le gambe ci sono ancora e spingono riprendendo il ritmo dei 4'40". Sale l'emozione che non mi hai mai lasciato, e arrivo in lacrime con passo da bersagliere. Finisher in 3h24'33".
prima di raggiungere l'uscita ci vuole ancora un 'oretta ma il servizio di assistenza è eccezionale: coperta termica con logo tcs ny che conservo gelosamente e poi poncho con interno felpato e ricco recovery bag dove bevo il Gatorade piu' buono del mondo.
Guadagno l'uscita e l'immancabile Orcobetta mi aspetta orgogliosa sulla madison avenue e vai di nuovo con commozione , foto da finisher e ci si incammina verso la metro.
Calo di zuccheri e inizio a tremare, mi tuffo nel recovery bag e bevo il Gatorade peggiore del mondo alla vaniglia ma mi ricordo che in Madison Avenue un blocco più avanti c'è Magnolia Bakery e mi mangio una fetta di cheese cake gigante. Passano i tremori.
Sia in metro che in hotel mi distinguo dagli zombie che non riescono a camminare. Il mattino dopo a colazione rimango discreto ma perdo di vista Orcobetta che annunciava il mio tempo e sventolava il New York Times acquistato alle prime luci con la lista dei finisher. Il sopra citato gruppo di runners italiani non erano piu' cosi svavillanti.
Che emozioni ; è stata davvero una bella esperienza e quando i profani con cui parlo di corsa mi chiederanno :" e la maratona di New York?" FATTA!
Il racconto potrebbe diventare un libro perché la celebrazione dell'evento dura una settimana ed è sentito come una vera festa anche nei giorni successivi e poi quest'anno festa nella festa c'erano le elezioni, luci ,colori , politica, gadget, sport, cibo e Lei NEW YORK.
Siamo orchi e oltre le gambe c'e' di più.

Nessun commento:

Posta un commento